La fruizione di contenuti sta emigrando sulle piattaforme on demand, tendenza nata prima del 2021 ma accellerata dall’emergenza sanitaria.

Gli abbonamenti Svod delle piattaforme video on demand hanno segnato un record a fine 2020 arrivando a 1,1 miliardi nel mondo, +26% dal 2019. Lo rivela il 2020 Theme Report diffuso il 19 marzo dalla Motion Picture Association che mostra una svolta: l’online video ha un valore di mercato di 24,7 miliardi di dollari, il doppio del box office, sceso a 2 miliardi di dollari nel 2020. Netflix batte tutti con i suoi 200 milioni di abbonati, al secondo posto Disney+ con 100mln in un anno e Amazon Prime Video con 150mln.

Il successo delle OTT dipende anche dalla facilità con si può annullare un abbonamento senza pagare penali. L’offerta SVOD si è moltiplicata e di conseguenza anche il tasso di cancellazione degli utenti per usufruire del catalogo dei competitor.

Il tasso di cancellazione (churn rate) rappresenta il problema del futuro al quale le piattaforme stanno cercando una soluzione, anche ripensando il proprio modello di business.

Netflix per trattenere l’abbonato adotta una strategia che punta sull’abbondanza dell’offerta oltre l’utilizzo di algoritmi che suggeriscono contenuti in base alle preferenze dell’utente. Netflix ha prodotto quasi raddoppiato i programmi nel 2020 rispetto al 2018.

Apple TV+ e Disney+ hanno optato per una programmazione settimanale o il semi-binge watching in modo da compensare un catalogo meno cospicuo rispetto a quello di Netflix.

Amazon Prime Video offre un abbonamento completamente diverso dai suoi competitor facendo parte di un’ecosistema molto più ampio.  Uno sviluppo ancora da collaudare, ma che si sviluppa su tre scenari:

  • un sistema di canali “tematici” con abbonamenti aggiuntivi;
  • un’offerta mista SVOD e TVOD;
  • eventi live.

Anche il consumo della televisione lineare va incontro ad uso frenetico dell’on demand; in Italia nel 2020 sono raddoppiati gli stream di programmi delle emittenti tradizionali.

Tratto da: Huffington Post – Giovanni Cocconi