Agcom ha stabilito che Vivendi ha un anno di tempo per ridurre le proprie quote di partecipazione a una sola compagnia tra Mediaset e Telecom, dopo aver decretato che la presenza massiccia del gruppo francese in entrambe le compagnie va contro le leggi anti-trust italiane volute dalla legge Gasparri.

In particolare, la sentenza dell’Agcom si riferisce alla normativa per la quale le imprese di comunicazione che detengono nel mercato italiano una quota superiore al 40% non possono acquisire ricavi superiori al 10% del ‘Sistema integrato delle comunicazioni di tv, radio ed editoria’. Attualmente, Vivendi detiene il 23,9% dei diritti di voto in Telecom, con uguale percentuale di ricavi, e il 28,8% del capitale e il 29,9% dei diritti di voto in Mediaset.

L’Agcom è intervenuta dopo che a dicembre Mediaset (controllata da Fininvest) aveva presentato un esposto contro Vivendi per il presunto superamento dei tetti. La questione era complicata anche dall’affaire di Mediaset Premium, i cui diritti erano stati acquistati per la cifra record di 860 milioni di dollari da Vivendi, prima che i francesi cominciassero la scalata in Mediaset arrivando a controllare una quota di voti di poco inferiore ai padroni di casa di Fininvest, ossia la famiglia Berlusconi.

Sebbene un anno sia una finestra finanziaria molto lunga, Agcom ha comunque stabilito un limite di due mesi entro i quali Vivendi dovrà presentare un piano dettagliato in cui spiega quale compagnia ha scelto e come intende procedere nell’operazione.

In un comunicato, il gruppo francese ha annunciato ricorso in tutte le sedi possibili, mentre Mediaset si è dichiarata soddisfatta e ha detto di essere in attesa della sentenza definitiva per poter decidere le proprie azioni future. È molto probabile che Mediaset intraprenderà un’altra azione legale per congelare i voti di Vivendi nel consiglio di amministrazione.