ANICA conferma il suo supporto alla filiera audiovisiva e fornisce una visione incoraggiante del settore cinematografico post Coronavirus.

Le previsioni di ANICA sono positive, come risulta dalla conference call svoltasi nei giorni scorsi, tra il presidente dell’ANICA Francesco Rutelli, i presidenti di Distributori ANICA (Luigi Lonigro), Produttori ANICA (Francesca Cima) ed Esercenti (Mario Lorini, ANEC): la funzione sociale del cinema, unita alla sua dimensione “collettiva”, renderà infatti l’intero comparto audiovisivo più consapevole della propria capacità di adattamento alle situazioni di crisi.

Se il quadro complessivo dell’emergenza causata dal Coronavirus è inevitabilmente problematico nel settore cinematografico, con set bloccati e cinema chiusi, le singole realtà produttive, distributive e di esercizio si stanno adoperando per far fronte con prontezza all’attuale situazione.
Come riportato in una nota ANSA, infatti, Francesco Rutelli ha sottolineato la fondamentale capacità di gestione da parte del sistema della stagione assolutamente positiva che il cinema italiano aspetta di conoscere, a emergenza risolta. La cerimonia dei David di Donatello, così come la riprogrammazione in sala dei film italiani premiati al Festival di Berlino, saranno occasioni necessarie al rilancio dei diversi comparti dell’industria cinematografica, in senso operativo e, soprattutto, identitario.

La filiera audiovisiva resta, perciò, compatta in attesa di tempi migliori: resta incerta la schedule dei “pending” e delle produzioni momentaneamente sospese, così come la situazione delle uscite in sala e di alcuni festival imminenti. Tutti i comparti vivono un momento delicato, ma ciò che di positivo seguirà non sarà meno semplice da gestire. “Servirà un grande senso di collaborazione tra tutti, anzi di solidarietà”, ha sostenuto Francesca Cima. Il riferimento della Presidente dei Produttori ANICA è rivolto a tutte le probabili sovrapposizioni di impegni nelle produzioni cinematografiche e sottolinea, però, l’importanza di un approccio proattivo di fronte alle difficoltà imposte dal Coronavirus.

Ciò che emerge dalla call è, perciò, un invito a cogliere l’occasione di ripartire da un’industria audiovisiva nuova, resa inevitabilmente più forte e consapevole di se stessa, che riscopre all’interno del complicato scenario attuale l’identità di un cinema che non si arrende.