Per la Direzione Cinema del ministero della Cultura, l’Associazione dei produttori esecutivi (Ape) e l’Agenzia per il commercio estero (Ice), volati in Nevada, l’American Film Market, uno dei mercati di contenuti audiovisivi più grandi al mondo, è la vetrina ideale per presentare ai produttori internazionali il nuovo tax credit, un provvedimento che con un budget di 400 milioni di euro per il 2024, concede il 40% di credito d’imposta sui costi di produzione e il 30% sugli stipendi dei professionisti non europei coinvolti nei progetti.
“Il mercato statunitense attendeva da lungo questa regolamentazione”, ribadisce Giosafat Riganò, direttore dell’Ice di Los Angeles, che considera il tax credit uno strumento cruciale per attrarre i grandi e piccoli nomi di Hollywood, che possono usufruire delle deduzioni fiscali attraverso i produttori esecutivi locali.
Già nel 2023 erano stati prodotti 402 film in Italia, di cui 92 coproduzioni: il 13% in più rispetto al 2022 e il 23,7% rispetto al 2019. Oggi, grazie all’accordo siglato tra Intesa San Paolo e APE, l’associazione che ha sostenuto la maggior parte delle produzioni straniere sbarcate nel paese, assicurandosi un fatturato di 315 milioni di euro, il trend potrebbe crescere ulteriormente perché “aiuterà tutti gli indipendenti a lavorare meglio nel nostro paese”, aggiunge Marco Valerio Pugini, presidente dell’associazione.
Un riferimento va anche alle maestranze locali, capaci di rendere ancora più competitiva la nostra offerta ai partner internazionali. Manuela Cacciamani, amministratrice delegata di Cinecittà, spiega: “Abbiamo già 19 teatri molto competitivi e tecnologicamente avanzati. Nella prima metà del 2026 se ne aggiungeranno altri cinque. Le maestranze che ci lavorano dentro, poi, sono il nostro fiore all’occhiello”.
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