Una raccolta di scritti, un racconto fatto di pezzi di storia e di studi. Per l’esattezza sono 52 i testi di Umberto Eco riuniti nel libro Sulla televisione. Scritti 1956-2015 a cura di Gianfranco Marrone (edito da La nave di Teseo).

“Per Umberto Eco la televisione è sempre stata il suo selvaggio, il suo terreno di studio. Così come gli antropologi e gli scienziati hanno tutti un proprio terreno di indagine, questo è stato il suo terreno di studio, quello che ha utilizzato per costruire la sua teoria, cioè la semiotica”, spiega Gianfranco Marrone nel corso della presentazione del volume presso l’Università LUISS Guido Carli di Roma. In particolare, l’autore ha voluto sottolineare l’attenzione di Umberto Eco per la televisione, raccogliendo e illustrando le teorie avanzate dal semiologo nel corso degli anni. Una delle peculiarità del volume è proprio questa: ripercorrere gli studi di Eco sulla tv in un arco temporale molto ampio, riunendo non solo i saggi, ma anche testi di diversa natura, come le famose “Bustine di minerva” che scriveva per L’Espresso.

Durante l’evento, sono state fatte alcune riflessioni anche sulla televisione di oggi, costruendo una vera e propria analisi a partire dalle teorie di Umberto Eco fino alle esperienze dirette degli esperti intervenuti. Ospiti della tavola rotonda insieme all’autore Gianfranco Marrone, mons. Dario Edoardo Viganò (assessore al Dicastero per la Comunicazione, Santa Sede), Paolo Peverini (professore Luiss “Guido Carli”e consultore del Dicastero per la Comunicazione), Laura Carafoli (responsabile dei contenuti, Gruppo Discovery) e Isabella Pezzini (professoressa La Sapienza, Università di Roma).

Negli studi di Umberto Eco, un punto cruciale nell’evolversi della televisione è l’arrivo delle dirette televisive. Su questo punto mons. Dario Edoardo Viganò ha illustrato come il Centro Televisivo Vaticano abbia mostrato al mondo il congedo di Papa Benedetto XVI, quel suo saluto a Roma e al mondo, in elicottero, ricordando la scena iniziale de La dolce vita di Federico Fellini, in cui una statua di Cristo veniva portata a San Pietro.

Sempre in relazione agli studi intrapresi da Umberto Eco, altro tratto distintivo della televisione odierna è l’autenticità, come evidenziato da Laura Carafoli (SVP Chief Content Officer Discovery Southern Europe presso Discovery Communications). In questo senso, i canali Discovery hanno lanciato quella che potrebbe essere definita come una rivoluzione della tv italiana, in cui i factual sono diventati i protagonisti di interi palinsesti. Una scommessa vinta, quella per canali come Realtime e DMax, che oggi hanno in certo senso ispirato anche altre reti, come il caso emblematico del programma Il Collegio di Rai2.

Nello sviluppo delle teorie legate al mezzo televisivo, è importante però non dimenticare come lo stesso mezzo abbia subito una trasformazione e un’evoluzione tanto che oggi si parla sempre più di smart tv. Questo cambiamento presuppone non solo contenuti diversi rispetto al passato, ma soprattutto dà la possibilità allo spettatore di utilizzare la televisione in modi del tutto nuovi.