È ospite del Festival del Giornalismo di Perugia Lisa Nishimura, vicepresidente della sezione documentari e comedy programming di Netflix dal 2007. Precedentemente, Miss Nishimura è stata General Manager presso la Palm Pictures. Una carriera di tutto rispetto che la rende, oggi, protagonista di una grande rivoluzione: su Netflix, infatti, i documentari sono secondi solo alle serie televisive (superando i film) e solo nel 2016 il 73% degli utenti Netflix ha guardato un documentario in streaming, per un totale di circa 68 milioni di persone. Un risultato enorme, se si tiene conto che i prodotti preferiti non sono solamente documentari sulla natura o sulla cucina (che sono comunque tra i più visti).

Un esempio lampante è The White Helmets, documentario originale Netflix che è arrivato ad aggiudicarsi un Oscar: il film, girato da Orlando von Einsiedel, racconta la Difesa Civile Siriana, organizzazione umanitaria formatasi durante la guerra civile. “Di questo lavoro siamo particolarmente orgogliosi” afferma Nishimura, “e non solo perché siamo riusciti a portarlo a casa grazie ai contatti che avevamo aperto in Siria, ma anche perché ha informato milioni di persone su ciò che stava capitando ad Aleppo”.

Il segreto del successo di Nishimura sembra essere la diversificazione sul territorio: “Netflix non offre gli stessi titoli in tutti i territori in cui è attivo: bisogna conoscere il proprio pubblico, sapere cosa può interessarlo di più. Ad esempio, il documentario Amanda di Rod Blackhurst e Brian McGinn (sulla vicenda di Amanda Knox, protagonista di un caso di cronaca nera noto in Italia come l’Omicidio di Meredith Kercher) ha avuto un grande successo in Italia e negli Stati Uniti, che erano i due paesi coinvolti nella storia. Non bisogna fossilizzarsi sugli stessi argomenti, gli interessi variano a seconda del mercato”.

I lavori curati da Nishimura sono davvero trasversali: oltre ai grandi successi a metà tra documentario e serie tv (Chef’stable e Making a Murderer, ad esempio), troviamo titoli come Into the Inferno di Werner Herzog, un viaggio alla scoperta dei più antichi vulcani della terra, The Ivory Game di Kief Davidson e Richard Ladkani, sulla caccia agli elefanti in Africa e il commercio dell’avorio in Cina e Honk Kong, Winter on Fire: Ukraine’s Fight for Freedom di Evgeny Afineevky (candidato all’Oscar come miglior documentario), a proposito della crisi ucraina, e molti altri. “Una mia grande soddisfazione è di aver dato lavoro a decine di registi e videomaker”, dice Nishimura: “Molti di loro hanno una passione incredibile che li porta a rischiare vita e carriera pur di dedicarsi ad un progetto. Ecco perché vanno sostenuti”.