MIA sta precisando la sua identità di mercato convergente per tutto il settore audiovisivo, affermandosi sempre più tra gli appuntamenti internazionali. Quanto ha inciso il successo e la diffusione delle serie tv a livello globale in questo processo di trasformazione?

Credo che il mercato internazionale possa apprezzare il mondo in cui i produttori e i distributori Italiani sono organizzati. E credo che ANICA e APT siano due attori fondamentali del mercato. Questo è un modo molto importante per condividere e scambiarsi esperienze, produzioni, idee, contratti, e altri fattori che possono certamente rendere più forte non solo il mercato italiano, ma anche quello internazionale.

Oltre a Cattleya, Fremantle, Lux e Palomar, che sono società affermate nel contesto internazionale e che hanno fatto da capofila per il prodotto seriale italiano nel mercato globale, c’è spazio anche per altre medie e piccole imprese in un momento storico in cui le serie tv sono diventate contenuti “premium” ricercati da tutti broadcaster, inclusi gli OTT?

Dunque, non è facile dare una visione d’insieme di tutto il panorama delle produzioni di serie tv italiana, è davvero troppo vasto. Ciò significa che abbiamo thriller, legal thriller, commedie… Ci sono molti generi diversi, anche serie tv storiche. Sto pensando per esempio al famoso libro di Umberto Eco, Il nome della rosa. Anche storie di respiro internazionale. Mi viene in mente l’opera che sta producendo Palomar sulla figura di Gheddafi. E molti altri tipi di prodotti. Ciò che rende i prodotti italiani molto forti e autentici è il loro eclettismo, il fatto che sono aperti a tutti campi, a tutte le storie, a tutti i generi. E in questo caso credo di poter dire che questa caratteristica è qualcosa di unico perché c’è un assaggio di storia italiana, anche se ci stiamo pian piano aprendo al mercato internazionale.

Lei ha parlato di “Rinascimento italiano” per le serie TV italiane, questo vale sia per i contenuti che per i talenti?

Si, direi di sì. Ora, Rinascimento Italiano potrebbe significare tante cose, potrebbe riportare al passato. Sto pensando al Rinascimento italiano storico, al periodo della famiglia Medici. Ma potrebbe fare pensare anche al Rinascimento delle nostre produzioni, e questo è il significato giusto. Sicuramente registi, attori e tutti i principali attori che stanno lavorando alle produzioni italiane sono più forti e famosi e molto professionali. Dunque questo significa che ora la produzione italiana è capace di competere con i prodotti europei e internazionali.

Che cosa servirebbe, dal punto di vista del presidente di APT, a livello normativo e fiscale, per dare ulteriore impulso al settore de l’audiovisivo?

Certamente, la cosa più importante da tenere in considerazione è quel che è successo in Italia negli ultimi due anni. Alcune nuove leggi, emanate dal precedente governo, offrono nuove opportunità non solo ai produttori italiani, ma anche a quelli internazionali. Una delle opportunità più importanti è quella che riguarda il tax credit. Ciò significa che c’è una possibilità per coloro che stanno investendo in Italia di avere un vantaggio fiscale fino al 30% sull’investimento dei loro prodotti. Dunque credo che questa sia una decisione davvero importante che sta aiutando molti produttori italiani ma, allo stesso tempo, sta permettendo a quelli internazionali di venire in Italia per collaborare con i nostri produttori. E in alcuni casi, come è successo negli ultimi anni, può permettere anche di acquisire o di dare vita a titoli azionari con società di produzione italiane. Vale a dire che la produzione italiana sta diventando sicuramente molto più europea, e questo è un ottimo segnale per noi.

Quali sono gli obiettivi dell’APT sotto la sua presidenza?

Di certo, il primo obiettivo è quello di credere e far in modo che tutto il mercato creda nella forza dei prodotti italiani. Per farlo dobbiamo senza dubbio essere non solo molto creativi, come già siamo, ma allo stesso tempo anche affidabili e importanti a livello internazionale. Ora, ciò che sta accadendo nel mondo, in Europa e in Italia, è il fatto che i prodotti sono sempre più globali rispetto ad un tempo. In Italia, fino a pochi anni fa i prodotti erano molto locali, molto domestici, la storia, l’ambientazione. Adesso qualcosa è davvero cambiato e uno dei compiti di APT è quello di aiutare i produttori ad avere una forte relazione con il mercato internazionale in modo tale che nuovi progetti possano iniziare nel modo giusto e con delle grandi opportunità. Noi stiamo lavorando tutti su queste opportunità e siamo certi che i produttori italiani sapranno fare le cose al meglio.