Oggi il palco del MIA | Mercato Internazionale dell’Audiovisivo ha accolto Thom Zimny, regista vincitore di Emmy e Grammy noto per i suoi documentari musicali e cinematografici acclamati dalla critica, che ha condiviso con il pubblico il suo approccio alla regia, alla produzione e al montaggio.

Con oltre due decenni di collaborazione con Bruce Springsteen, Zimny ha diretto titoli come Springsteen on Broadway (Emmy come miglior regista), il recente Road Diary: Bruce Springsteen and The E Street Band presentato al Toronto Film Festival 2024 e distribuito su Hulu e Disney+, oltre ai documentari Willie Nelson & Family (Sundance 2023, Paramount+) e Sly per Netflix, che ripercorre i 50 anni di carriera di Sylvester Stallone a Hollywood.

Il regista ha spiegato quanto sia fondamentale catturare la realtà e le emozioni dei soggetti: “Per il documentario su Springsteen, mi concentro sulle emozioni reali, come la reazione di una bambina tra il pubblico. Osservo i volti delle persone e vedo come rispondono. La combinazione di primi piani e campi lunghi è un elemento chiave del film”.

Zimny ha poi parlato della costruzione dei suoi soggetti e dell’importanza della collaborazione: “Con Sylvester Stallone, la prima cosa che ho notato è stata che non poteva mai stare fermo, si muove sempre. Ho guadagnato la sua fiducia dando spazio a parlare liberamente ed evitando le solite domande su Rocky o sulle sue esperienze dolorose. In questo modo si crea quel dialogo autentico, che poi traspare nel film”.

Sul valore visivo e narrativo dei suoi lavori, ha aggiunto: “È essenziale fare scelte visive forti. Cerco di allontanarmi dall’ossessione per la celebrità e ritrarre i miei soggetti nel modo più semplice e autentico possibile. Il progetto su Elvis è stato il più difficile in questo senso, ma mostra quanto la musica e la cultura possano unire le persone”.

Zimny ha concluso sottolineando l’importanza di raccontare storie universali: “È davvero importante essere universali. Voglio che gli spettatori entrino nella storia e la vivano per quello che è, senza bisogno di conoscere tutto il background, la discografia o altro”