Il panel New challenges and opportunities for the Italian Market si è svolto oggi nell’ambito dell’undicesima edizione del MIA | Mercato Internazionale dell’Audiovisivo, offrendo uno sguardo approfondito sulle nuove sfide e opportunità del mercato documentaristico italiano.

Il dibattito ha evidenziato come il settore del documentario debba intercettare le esigenze del pubblico e adattarsi alle nuove tecnologie con cui le piattaforme veicolano i contenuti. Luigi del Plavignano, Direttore Rai Documentari, ha spiegato: “C’è la necessità di rendere il documentario più attuale, raccontando situazioni vicine a noi, scavare nel personaggio e nella sua storia per attrarre l’attenzione del pubblico. Questa è la sfida dei prossimi anni”.

Secondo Mattia Mariotti, Head of Factual per Sky, il pubblico oggi è più isolato e bombardato da numerose piattaforme: “Dobbiamo trovare storie vicine, che risveglino ricordi e sensazioni, costruire un ecosistema narrativo che vive più a lungo”.

Gloria Giorgianni, CEO e Producer Anele Produzioni, ha ricordato le difficoltà del periodo post-pandemico: “Dopo un momento di golden age, il settore dei documentari vive ora una contrazione delle risorse. Serve dialogo con soggetti privati e riappropriarsi della dignità del racconto”.

Sul fronte della produzione digitale, Cecilia Penati, Content Development and Production Senior Director Networks and Streaming da Warner Bros. Discovery, ha sottolineato: “Noi siamo dell’idea che sia possibile realizzare prodotti di alta qualità, con un approccio da editore commerciale. Il documentario ha tanto pregio quanto la fiction”.

Gioia Avvantaggiato, President & Executive Producer GA&A, ha posto l’accento sulle coproduzioni: “Le storie più coproducibili sono spesso quelle più lontane, ma per sviluppare progetti ambiziosi serve tempo, denaro e certezze sui tempi di produzione”.

Simona Ercolani, CEO di Stand by Me, ha aggiunto: “Il documentarista ha bisogno di tempo e infrastrutture. Il servizio pubblico dovrebbe farsi carico di educare il pubblico al documentario e valorizzare le produzioni italiane”.

Infine, Jacopo Chessa, Direttore Veneto Film Commission, ha ricordato il ruolo strategico delle film commission: “Garantiamo che alcuni documentari vedano la luce, promuovendo il territorio e supportando i produttori locali. Il set di un documentario non è quello di una produzione televisiva, ma ogni progetto passa per la film commission”.

Il panel ha messo in luce come, per affrontare le sfide attuali, il documentario italiano debba bilanciare qualità narrativa, innovazione tecnologica e collaborazione tra broadcaster, produttori e territorio, valorizzando le storie vicine al pubblico senza perdere la dimensione internazionale.