Mercoledì 10 dicembre, il Museum of Modern Art di New York (MoMA) ha inaugurato ufficialmente il tributo dedicato a Carlo Rambaldi, in collaborazione con Cinecittà e con il supporto della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura. Ad aprire la rassegna è stata la proiezione della versione restaurata in 4K di Profondo Rosso (1975), realizzata da Cinecittà sotto la supervisione di Dario Argento.

L’evento si inserisce nelle celebrazioni per il centenario della nascita di Carlo Rambaldi, maestro assoluto degli effetti speciali e figura chiave della storia del cinema mondiale. La retrospettiva, in programma al MoMA fino al 24 dicembre 2025, propone 15 film che attraversano l’intera carriera dell’artista: dalle prime esperienze nel cinema d’autore italiano alle celebri collaborazioni hollywoodiane che hanno dato vita a icone come King Kong, Alien, E.T., Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo e Dune. Il programma include anche quattro nuovi restauri curati da Cinecittà.

Prima della proiezione inaugurale, una reception ha riunito rappresentanti del mondo culturale e cinematografico, tra cui Daniela Rambaldi, Presidente della Fondazione Carlo Rambaldi, Cristina Rambaldi, Vice Presidente della Fondazione, e altri membri della famiglia Rambaldi. Presenti inoltre esponenti delle istituzioni italiane a New York, del MoMA e di Cinecittà.

Il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni ha sottolineato come l’iniziativa risponda alla volontà di valorizzare a livello internazionale il genio creativo di Rambaldi, ricordando quanto il suo lavoro sia ancora oggi profondamente apprezzato negli Stati Uniti.

Introducendo la serata, Rajendra Roy, Chief Curator of Film del MoMA, ha ricordato il valore duraturo dell’opera di Rambaldi come testimonianza del lavoro artigianale e del “fatto a mano” in un’epoca sempre più digitale, citando le sue collaborazioni con registi italiani e l’impatto globale delle sue creazioni più celebri.

A concludere gli interventi, Cristina Rambaldi ha offerto una toccante riflessione personale sull’eredità artistica del nonno, raccontando come ogni creatura realizzata da Carlo Rambaldi racchiudesse frammenti della sua vita e della sua umanità. Un’eredità che, oggi come allora, continua a vivere attraverso il cinema e l’immaginazione di generazioni di spettatori.

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