Il credito d’imposta per il cinema in Italia è stato introdotto nel 2008 con la Legge 244/2007 (Finanziaria 2008) per poi essere riorganizzato dalla Legge Cinema del 2016. L’obiettivo è di incentivare la produzione di opere cinematografiche italiane e coproduzioni internazionali, con un tax credit fino al 40% delle spese ammissibili. Oltre alla produzione, il sistema ha esteso il suo sostegno anche alla distribuzione, promozione, e alle fasi di post-produzione, contribuendo alla competitività internazionale del cinema italiano.
Con la Legge di Bilancio 2025 (Legge 30 dicembre 2024, n. 207), è stata introdotta una modifica significativa al sistema del tax credit cinematografico. La nuova norma consente allo Stato di acquisire una quota dei diritti economici delle opere finanziate tramite tax credit, per poi reinvestirli nel Fondo per il Cinema e l’Audiovisivo, rendendo il sistema più autosufficiente e circolare.
A Montecitorio si sta valutando una proposta per istituire un fondo da 2 milioni di euro a favore delle opere prime cinematografiche. L’iniziativa ha l’obiettivo di sostenere i giovani registi, promuovendo la realizzazione di progetti originali nel panorama cinematografico italiano. La proposta prevede anche l’introduzione di un sistema di tax credit progressivo, con incentivi fiscali differenziati in base al budget delle produzioni: 40% per i film con budget sotto i 2,5 milioni di euro, 30% per quelli tra 2,5 e 5 milioni, e 20% per i film che superano i 5 milioni.
Negli ultimi mesi, il Ministero della Cultura ha intensificato i controlli sul tax credit, revocando crediti d’imposta per 66 milioni di euro già concessi e respingendo altre richieste per 22 milioni. Le nuove disposizioni stabiliscono che per accedere agli incentivi fiscali, le produzioni dovranno fornire una documentazione più dettagliata, che includa la certificazione di almeno il 40% dei costi di produzione con risorse private e una valutazione indipendente dei costi.
Le modifiche puntano a garantire maggiore trasparenza nell’utilizzo dei fondi pubblici. Sebbene l’obiettivo sia favorire le produzioni indipendenti, non mancano timori riguardo all’effetto sulle piccole opere, soprattutto in termini di controlli finanziari più stringenti.
Questa proposta rappresenta un passo fondamentale nella riforma del cinema italiano, con l’ambizione di stimolare la creatività e rafforzare la competitività internazionale del settore. Il dibattito parlamentare è ancora in corso e potrebbero arrivare sviluppi significativi.
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