Distratti dagli scioperi hollywoodiani di quest’estate, che hanno orientato il settore dell’audiovisivo globale su una diversa attenzione alle condizioni di lavoro di attori e sceneggiatori, non ci siamo accorti che anche qui, in Italia, era in corso da tempo un processo di consapevolezza di categoria, che si è concluso con la sottoscrizione di un contratto collettivo nazionale da parte di Anica, Ape e Apa da un lato e le organizzazioni sindacali dall’altro.

“Un accordo di grande valore, che dà stabilità e forza a tutta la filiera cine-audiovisiva. Siamo particolarmente orgogliosi che questa ‘prima volta’ in Italia sia stata realizzata senza conflitti aspri, come avvenuto negli Usa, e con reciproco spirito costruttivo”, dichiara il presidente Anica Francesco Rutelli.

“In un momento di profondi cambiamenti che attraversano il settore, con l’introduzione di nuovi linguaggi, tecnologie e sistemi di fruizione, l’accordo di oggi – aggiunge Chiara Sbarigia, presidente dell’APA Associazione Produttori Audiovisivi – (il contratto collettivo) rappresenta un segnale forte e profondo che risponde soprattutto all’esigenza di razionalizzare e di rendere maggiormente trasparenti le modalità di ingaggio tra le parti e le corrette tempistiche contrattuali”.

La coscienza di categoria, racconta invece Vittoria Puccini, attrice e presidente dell’associazione Unita Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo, nasceva durante la pandemia, quando lavoratori e lavoratrici del settore vivevano l’incertezza dei tempi. “In una situazione d’emergenza, anche gli attori hanno sentito la necessità di riconoscersi come professione e come parte della categoria, puntando a raggiungere una serie di tutele e diritti che valgono e sono garantiti per tutte e tutti, indipendentemente dalla propria carriera e dal potere contrattuale di ciascuno”.

I temi portati avanti con il collettivo nazionale sono indubbiamente la protezione dall’intelligenza artificiale generativa, argomento caro anche ai colleghi oltreoceano, e la promozione delle pari opportunità, come anche la prevenzione della violenza di genere, attraverso la figura professionale dell’intimacy coordinator sul set.

La ratifica dell’accordo arriverà entro il 31 dicembre, l’entrata in vigore nei primi mesi del 2024.

PhotoCredits:  Jakob Owens su Unsplash