Mubi è un’innovativa piattaforma VoD nata nel 2007 che mette a disposizione di un pubblico di cinefili una raccolta di film d’autore, con un meccanismo che mira alla creazione di una vera e propria comunità di amanti del cinema: gli utenti (circa centomila in tutto il mondo) hanno infatti la possibilità non solo di dare un voto ai film in catalogo, ma di lasciare commenti e recensioni sulle opere selezionate, oltre che leggere il blog curato dalla stessa piattaforma e legato ai principali festival del cinema internazionale.

Mubi, le cui potenzialità sono ancora piuttosto limitate, ha dovuto confrontarsi con una realtà che il CEO Efe Cakarel definisce “un modello di business all-you-can-eat”, riferendosi ovviamente ai due giganti della ditribuzioneVoD, Netflix e Amazon. Una realtà piccola come Mubi non poteva competere con una distribuzione così intensiva, così ha sperimentato un modello che puntasse non tanto sulla quantità di titoli in catalogo, ma sulla loro comprovata qualità: Mubi offre un listino di trenta film per volta (con una sostituzione al giorno), suddivisi in film indipendenti, classici e vincitori di premi ai festival del cinema più importanti, quali Cannes, Venezia, Toronto e Berlino. Così facendo, Mubi chiude contratti di distribuzione unici e a breve termine, ovviamente diversi in ogni paese a causa delle differenze legislazioni in materia di distribuzione. Questa strategia è in linea con la visione cinefila di Mubi, che vuole consentire a un più largo pubblico di accedere a un cinema non commerciale e spesso per questo escluso dalla programmazione nelle sale cinematografiche.

Dieci anni dopo la sua fondazione, Mubi sta cercando di espandersi, sviluppando nuove strategie di distribuzione che vadano oltre la semplice offerta sul catalogo online. Molti film presenti su Mubi sono titoli proiettati nelle sezioni parallele dei festival cinematografici, rimasti speso sconosciuti al grande pubblico per la mancanza di un interesse distributivo-commerciale. Nel mercato inglese, Mubi ha iniziato a organizzare delle piccole finestre di distribuzione nelle sale (seguendo l’esempio di Amazon negli Stati Uniti). Al momento sono cinque i film presenti su Mubi che, proprio grazie alla piattaforma, sono stati presenti nelle sale inglesi anche se per un periodo di tempo limitato. È da vedere se questa strategia sarà in grado di rendere competitivo Mubi a livello internazionale e se genererà delle “alleanze” tra le varie piattaforme, che permettano la sopravvivenza di quei film anche oltre lo scadere dei trenta giorni.