Una ricerca commissionata da ABI in occasione della quarta edizione del Festival della Cultura Creativa ha indagato i gusti dei Millennials, la generazione che comprende i ragazzi nati tra il 2000 e il 2010.
Fino ad oggi era un mistero cosa scrivessero, leggessero e ascoltassero i nativi digitali, anche considerando la sconfinata offerta di contenuti gratuiti a loro disposizione (rispetto per esempio alla misera programmazione della vecchia “TV dei ragazzi”), oltre alle numerose modalità di fruizione possibili.
Un primo confortante risultato evidenziato da questo studio, intitolato “Il buon viaggio: muoversi e crescere tra i sentieri dell’arte, della scienza e della creatività”, sottolinea come per i più giovani la rivoluzione digitale in atto non ha sostituitole o archiviato le forme di fruizione culturale più tradizionali, come per esempio la tv, ma le ha affiancate e arricchite con quelle più individuali, cioè i dispositivi mobili come smartphone e tablet.
Per quanto riguarda i tempi di visione, in Europa i ragazzi tra i 9 e i 16 anni trascorrono mediamente ogni giorno un’ora e mezza on line e più di due ore davanti al televisore, anche per la crescita dell’offerta di contenuti age specific trasmessi nel continente da novantotto canali tematici specifici.
La questione centrale riguarda l’offerta che le istituzioni culturali tradizionali stanno apparecchiando per soddisfare palati così esigenti. Nel momento in cui la digitalizzazione e l’iperconnessione rendono ubiquamente disponibili, spesso in modo gratuito, milioni di titoli letterari, musicali, cinematografici e televisivi oltre a miliardi di immagini fisse e in movimento, è necessario ripensare in profondità i palinsesti. Molti nuovi format sono infatti concepiti per accrescere le capacità ideative e creative dei pubblici più giovani considerati non più come semplici visitatori o spettatori, ma coinvolgendoli come autori, creatori e produttori di contenuti ed esperienze, per trovare nuovi strumenti dialogo con quello che, tra pochi anni, sarà il pubblico adulto cui rivolgersi.