La guerra dei Network. Secondo Peter Baxter, distributore di film indipendenti USA e direttore del festival di Slamdance, «una guerra positiva per il pubblico e per gli autori indipendenti, reali beneficiari del conflitto» che si sta trasformando in una vera e propria «opportunità per i creativi».

I network tradizionali come ABC, CBC e NBC e anche quelli via cavo come HBO cominciano ad accusare il colpo, sostenuti solamente dalla pubblicità e dai talk show e dai reality (“Ballando con le Stelle” e “American Idol”). Lasciano così il posto ai nuovi colossi dello streaming come Netflix e Amazon Prime, che forniscono contenuti on demand dando anche molto spazio alle idee e alla creatività di giovani cineasti e sceneggiatori.

Ted Sarandos, direttore di programmazione di Netflix, spiega: «a noi interessa tutto tranne che la tradizione e il “già visto”. Cerchiamo di non ripeterci mai, pensiamo sempre al “mai visto prima”. Le idee originali, per quanto bizzarre, non ci spaventano, anzi. I network hanno paura delle innovazioni. E sono sottoposti a troppe regole. A noi nessuno dice cosa dobbiamo o non dobbiamo fare, che linguaggio usare. È il bello di una posizione totalmente fuori dai radar».

Shonda Rhimes, autrice e produttrice di serie americane di grande successo anche in Italia (“Grey’s Anatomy”, “Scandal” e “Le regole del delitto perfetto”) è passata da ABC a Netflix (con più di 100 milioni di abbonati nel mondo), così come Martin Scorsese ha lasciato HBO e David Letterman dall’anno prossimo sarà su Netflix.

Sei miliardi di dollari di investimenti per programmi originale: è questa la cifra annunciata da Netflix per i suoi contenuti futuri.