Il Dynamic pricing un po’ lo conosciamo già. È quel sistema in base al quale il biglietto del cinema non costa sempre la stessa cifra, per cui il martedì fino a poco tempo fa spendevi due euro, mentre il weekend arrivavi a sborsare anche quattro volte tanto. Ora però subentreranno molte più variabili calcolate da un algoritmo, e il prezzo sarà determinato dalle previsioni meteo (a prezzo pieno se piove), dall’orario, dal traffico, dalla programmazione tv (scontato se c’è una partita importante in contemporanea) e da tanti altri fattori. Già, perché saranno oltre settanta i criteri in base ai quali verrà determinato il prezzo, compreso la popolarità sui social network (per esempio pagando caro se il titolo è trend topic su Twitter), ricalcando in questo modo il modello dei voli low cost e delle prenotazioni alberghiere. L’idea dell’ingresso variabile è stata messa a punto da una start up milanese, la Dinamitick, e il calcolo viene fatto dal computer in tempo reale, sia che si acquisti il biglietto on line che al botteghino. Partito in sordina nella primavera del 2016, il sistema è stato adottato finora da una ventina di esercizi in tutta Italia, per lo più multisala, per un totale di 116 schermi. Adottato dai grandi multiplex, il prezzo dinamico ha saputo conquistare anche cinema tradizionali come il Corso, una sala da seicento posti nel centro di Carpi (un comune di 75.000 abitanti), dove, come ha spiegato il direttore Davide Tosi, «la priorità era trovare nuove strategie comunicative per attirare un pubblico più giovane», aggiungendo che «I primi mesi i clienti abituali si mostravano diffidenti; poi abbiamo assistito a un boom di prenotazioni». Le maggiori resistenze si sono riscontrate con gli spettatori più anziani, non avvezzi a tutte quelle variabili, ma il sistema è valido tant’è che se ne studiano applicazioni anche per il teatro e gli eventi sportivi, cioè qualunque mercato abbia dei sistemi di prevendita e un numero di biglietti da coprire.