Il 24 giugno 1928, allo stadio nazionale di Roma, Leone Jacovacci sfida sul ring Mario Bosisio, il ‘toro fascista’, campione in carica nazionale ed europeo. Jacovacci vince, consacrandosi nuovo campione davanti a 40.000 spettatori e in collegamento radio con tutte le principali città d’Italia.

Dopo la vittoria, però, di Jacovacci non si sente più parlare: le immagini dell’incontro diventano introvabili (e vengono successivamente manomesse), il suo nome velocemente dimenticato. Perché Leone, cresciuto nel viterbese, era nato in Congo, da padre italiano e madre africana. Un meticcio, italiano ma dalla pelle nera. Ostracizzato e dimenticato per volontà del Duce, dopo essere stato campione d’Europa, Leone Jacovacci morì da portiere di un condominio di Milano, nel 1983.

Il 21 marzo, Giornata Internazionale contro il razzismo, esce nelle sale Il Pugile del Duce, documentario esordio del regista Tony Saccucci, ispirato al saggio Nero di Roma di Mauro Valeri. Il film si avvale del patrocinio di CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), della Federazione Pugilistica Italiana, dell’ARDI – European Parliament Anti-Racism and Diversity Intergroup e del progetto MigrArti del MiBACT, ed è prodotto e distribuito da Luce Cinecittà. Il documentario ha già ricevuto recensioni positive in patria, adesso sta attirando l’attenzione anche di molti importanti quotidiani esteri, quali il Times inglese, la CNN americana e La Vanguardia, giornale spagnolo.